Risparmiometro: cos’è e come funziona
Dopo il redditometro e lo spesometro, ecco a voi il Risparmiometro. Non si tratta di un semplice gioco di parole, ma di una nuova misura a disposizione dell’Agenzia delle Entrate per contrastare l’evasione fiscale. Entriamo quindi nei dettagli e scopriamo assieme di cosa si tratta e come funziona.
Cos’è il Risparmiometro
Ribattezzata anche “Super Anagrafe dei conti”, come è facilmente intuibile dal nome, il Risparmiometro è una misura volta a supervisionare i risparmi dei contribuenti nostrani. Già delineato durante il Governo Monti, il Risparmiometro ha di recente avuto l’approvazione da parte del Ministero del Tesoro e del Garante della Privacy e pertanto dovrebbe intraprendere il suo percorso in via sperimentale a breve.
In particolare l’Agenzia delle Entrate potrà avvalersi di questo servizio in fase di sperimentazione per due anni. Trascorso questo periodo di tempo, l’istituto dovrà accertare o meno l’idoneità del Risparmiometro.
Ma effettivamente di cosa si tratta? Ebbene, dovete sapere che, grazie alla “Super Anagrafe dei conti”, la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate potranno visionare i conto correnti dei cittadini e appurare se vi sono delle contraddizioni rispetto alle dichiarazioni dei redditi. Se il gap tra quanto percepito e quanto messo a risparmio supera il 20%, allora ecco che scattano i controlli e di conseguenza le possibili sanzioni. A tal proposito è bene ricordare che gli accertamenti non riguardano solo il presente e il futuro, ma potrebbero essere svolti anche all’indietro nel tempo, fino ad arrivare al 2014.
Come funziona
Come si evince da una nota della Guardia di Finanza, sarà possibile controllare i risparmi dei contribuenti in modo automatico grazie ad un algoritmo messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.
Oggetto del controllo non saranno solamente i conto correnti, ma anche tutti gli altri strumenti finanziari disponibili, come ad esempio carte di credito e buoni fruttiferi. Allo stesso tempo è bene ricordare che l’accertamento non prenderà in considerazione solo le persone più abbienti, ma tutti coloro il cui algoritmo rivelerà dei dati contraddittori. Se una persona dichiara una certa somma di denaro e i suoi risparmi risultano di molto superiori, allora ecco che l’ente provvede ad effettuare gli opportuni controlli.
In seguito ad una verifica iniziale, quindi, il soggetto interessato ha diritto al contraddittorio preventivo, ovvero si ha la possibilità di spiegare di fronte all’Amministrazione la provenienza del denaro. Nel caso in cui le motivazioni non risultino convincenti o quantomeno documentabili, ecco che si passa alla fase dell’accertamento fiscale e per finire è possibile arrivare ad una sanzione. A tal proposito è bene sottolineare che mai nessun responso verrà stabilito in modo automatico e che prima di ricevere una sanzione ci dovrà essere necessariamente l’interazione con un funzionario che possa verificare al meglio la situazione.